Dallo Storytelling alla Story Experience

Story Experience: il know-how di Heritage per la narrazione del patrimonio, oltre la descrizione
Il panorama della comunicazione digitale ha introdotto negli ultimi decenni un tema di fondamentale importanza per chi opera nel settore culturale: lo storytelling. Non si tratta di una mera tendenza terminologica, ma dell’intuizione che la trasformazione digitale rende necessario un ripensamento profondo delle modalità con cui presentiamo i dati.
Qual è il valore intrinseco che si cela realmente dietro il termine – spesso abusato – di “storytelling”?
La capacità di trasformare i dati qualitativamente elevati – frutto di rigorosi processi di riordino, inventariazione, catalogazione e progettazione espositiva (dall’archivio al museo) – in narrazioni coinvolgenti. La narrazione, intesa come tecnica di comunicazione capace di suscitare emozioni, consente di dare visibilità e favorisce la comunicazione del significato profondo relativo al patrimonio culturale, attirando l’attenzione e veicolando un messaggio in modo partecipato.
Oltre la semplice descrizione: la riflessione teorica
Proprio a causa della popolarità e del conseguente rischio di abuso del termine “storytelling”, è emersa la necessità di avviare una riflessione teorica strutturata per definire differenti approcci metodologici. Heritage, in collaborazione con il prof. Giovanni Maddalena, ordinario di Filosofia Teoretica, ha condotto un approfondimento teorico nell’ambito del progetto di ricerca VASARI (VAlorizzazione Smart del patrimonio ARtistico delle città Italiane). Un progetto cofinanziato dal MIUR e sostenuto dall’EU, attraverso i Fondi PON R&I 2014-2020 e FESR.
Da questa analisi è scaturita la delineazione di due approcci distinti alla narrazione del patrimonio, ai quali sono stati attribuiti due termini specifici: la Story Guide e la Story Experience. Le differenze fondamentali risiedono nella natura, nella finalità e nel grado di coinvolgimento del visitatore.
Story Guide vs. Story Experience: due modelli a confronto
La Story Guide è una forma di descrizione analitica e didascalica del bene culturale, con un obiettivo prevalentemente analitico e esplicativo. L’interazione con l’utente può essere presente, ma non è essenziale, e non pone un’enfasi esplicita sul coinvolgimento emotivo.
La Story Experience è una rappresentazione sintetica del significato dell’opera, del sito o oggetto culturale. L’obiettivo primario è comunicare il valore profondo che si vuole attribuire all’oggetto culturale. Il suo successo risiede nella capacità di mirare a un grande coinvolgimento della sfera emotiva, trasferendo esperienze e valori universali e immediatamente percepibili a partire da un particolare.
Per ottenere questo risultato, il bene culturale viene inserito in un’azione drammatica (o “gesto”), dotata di struttura narrativa ben definita: un inizio, una fine, un climax del problema, un punto di soluzione e un finale esplicativo. Non si tratta di un’invenzione arbitraria, ma di uno sviluppo dei sensi possibili dell’opera, che richiede la consulenza di esperti. I contenuti sono supportati da un coinvolgimento multisensoriale, che comprende tatto, immaginazione e ripetibilità dell’esperienza. Immagini, suoni e simboli arricchiscono e concorrono alla comprensione del significato.
Un modello teorico trasformato in format narrativo
Il modello teorico della Story Experience è stato applicato e trasformato in un format operativo attraverso un processo creativo e produttivo complesso e stratificato. La creazione di una Story Experience efficace richiede un flusso di lavoro rigoroso che include fasi cruciali come l’analisi del contesto e del modello di fruizione, la scelta e l’architettura dei contenuti scientifici, il processo creativo di progettazione della storia (storyboard), dell’interazione fisico-digitale e l’elaborazione di un’esperienza sensoriale (es. esperienza tattile con riproduzioni 3D, esperienze olfattive, uditive o visive).
Le fasi fondamentali del processo di lavoro sono:
- Studio del contesto e analisi scientifico – tecnologica
- Selezione dei contenuti
- Strutturazione del percorso
- Processo creativo
- Collaborazione alle attività di ricerca
- Elaborazione dei contenuti
- Revisione e re-editing
- Sviluppo grafico e digitale
Il successo di questo approccio risiede nella sua capacità di muoversi su una molteplicità di piani fenomenologici e semiotici, coinvolgendo attivamente il fruitore.
La centralità dell’accessibilità universale
Il punto di forza della Story Experience, e la conferma della validità del modello, è la sua applicazione nel campo dell’accessibilità universale.
Questa tipologia di esperienza è concepita fin dall’inizio come accessibile per tutti, non appena fornendo differenti tipologie di tecniche di fruizione, ma coinvolgendo nella ideazione del modello narrativo stesso le differenti abilità o disabilità sensoriali o cognitive.
Per le persone con disabilità, la Story Experience è essenziale perché mira a compensare il senso mancante. Ad esempio, per la disabilità visiva, si accresce l’importanza del tatto e del piano simbolico tramite icone non raffigurative (come suoni o toni); per la disabilità uditiva, si recupera il livello simbolico attraverso l’iper-drammatizzazione raffigurativa.
Story Experience: il nostro expertise
L’expertise di Heritage srl nella creazione di Story Experience unisce Experience design, Content production e Development.
Accompagniamo musei, enti, aziende nella creazione di percorsi interattivi e narrativi che rendono il patrimonio accessibile e memorabile
Crea con noi la tua Story Experience e raccontiamo insieme il patrimonio culturale!
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